lunedì 28 febbraio 2011

Divisionismo italiano

Giuseppe Pellizza da Volpedo
Dintorni di Milano, 1868 - Morto a Milano 1i 14 giugno 1907
" Non è la verità vera che io debbo rappresentare nel quadro, ma la verità ideale. Il conflitto di queste due verità nella mente dell'artista che produce l'opera fa sì che questa resti incompleta. L'artista che, cercando la verità, volesse starsi troppo attaccato al vero, perde lo scopo suo, non lo raggiunge. E' nel sacrificio del vero reale che si raggiunge la verità ideale ".


I suoi genitori erano piccoli proprietari terrieri che commercializzavano i loro prodotti nell'area dell'alessandrino ed a Milano. Proprio per il commercio i Pellizza entrarono in contatto con personaggi di primo piano della cultura milanese dell'Ottocento, come i fratelli Grubicy, mercanti d'arte che sostenevano l'arte contemporanea.
Alberto Grubicy ebbe un ruolo fondamentale nella sua vita: difatti l'indirizzò al disegno (a cui era predisposto) e dopo le scuole dell'obbligo a Castelnuovo Scrivia, all'Accademia di Brera. Qui frequentò il pittore Giuseppe Puricelli, fautore della pittura "verità e natura"; poi Pio Sanquirico, altro pittore importante nella Milano degli anni Settanta.
Terminato il tirocinio sotto la guida di illustri maestri: Francesco Hayez e Giuseppe Bertini, decise nel 1887 di recarsi a Roma, dove s'iscrisse all'Accademia di San Luca, poi all'Accademia di Francia. Non soddisfatto, nel 1888 si recò a Firenze per frequentare l'Accademia di Belle Arti, conoscendo così il maestro Giovanni Fattori. Alla fine dell'anno accademico, tuttavia, egli lasciò Firenze e ritornò "pronto", secondo il giudizio del Fattori, ad affrontare la pittura dal vero, attraverso lo studio della natura.
Per perfezionare ulteriormente la sua tecnica si recò nel 1889 a Bergamo per incontrare il ritrattista Cesare Tallone. Nel dicembre del 1889 si recava a Parigi in occasione dell'Esposizione Universale, ma interruppe il viaggio per la morte della sorella Antonietta. Decise così di fermarsi a vivere e lavorare in Volpedo. Tale decisione venne stigmatizzata dal suo matrimonio contratto nel 1892 con la diciassettenne Teresa Bidone. Da quell'anno inoltre cominciò ad aggiungere al suo cognome quel "da Volpedo" che finì per connotare costantemente la sua firma.
Iniziò ad inviare i suoi quadri alle prime esposizioni importanti e ben presto divenne conosciuto: Genova (1892 mostra celebrativa della scoperta dell'America), Milano nel 1894 (seconda Triennale) dove ottenne importanti riconoscimenti. Abbandonò la semplice ripresa dal vero, orientandosi verso un'arte di tipo simbolista.
Nel 1900 egli poté ritornare a Parigi per l'Esposizione Internazionale cui partecipava anche il suo "Specchio della vita", che si impone come un'opera cardine nelle discussioni sul simbolismo.
Nel 1902 espose "Il quarto stato" alla Quadriennale torinese senza ottenere un grande successo.

Le polemiche attorno a questa sua opera lo allontanarono dagli amici e si ritrovò a dover ricostruire una vita di relazioni.
Intanto era morto il suo riferimento: Giovanni Segantini. Non viaggiò fino al 1904, quando decise di intraprendere un viaggio in Engadina, nei luoghi di Segantini, dedicandosi alla pittura di paesaggio; sentiva infatti il bisogno di riflettere maggiormente sull'opera di Segantini, perciò volle andare a visitare le alte vette che avevano spesso ispirato l'artista ormai scomparso.
Nel 1906 fu nuovamente a Roma, ove riuscì a vendere alcune sue opere, infatti non vendeva quasi nulla, tranne qualche ritratto su commissione. Nello stesso anno vendette altre due opere, di cui una allo Stato. Sembrava l'inizio di un periodo fortunato, che invece venne sconvolto dalla morte, in conseguenza di un parto sfortunato, del figlio terzogenito e dell'amatissima moglie. Cadde così in una profonda depressione che lo portò a togliersi la vita, impiccandosi nel suo studio la mattina del 14 giugno del 1907.

Giovanni Segantini
Arco (TN),15 gennaio 1858 - Monte Schafberg (q. 2.770m. s.l.m), 28 settembre 1899.

Dopo un'infanzia drammatica a causa delle ristrettezze economiche e della morte della madre quando Giovanni ha solo sette anni, viene affidato alla sorellastra. Il ragazzo finisce rinchiuso in riformatorio per vagabondaggio dove resterà fino al 1873, quando viene affidato al fratellastro Napoleone, residente a Borgo Valsugana dove possiede un laboratorio fotografico. Per qualche anno Giovanni Segantini lavora nel laboratorio fotografico affinando la sua sensibilità artistica, cosa che lo spinge ad applicarsi allo studio della pittura.
Dal 1878 al 1879 frequenta corsi regolari all'Accademia di Brera, dove segue le lezioni di Giuseppe Bertini e stringe amicizia con Emilio Longoni, allora aspirante pittore come lui.
Nell'ambito accademico il "Verismo Lombardo" va per la maggiore e le prime opere di Segantini risentono di questa influenza.
Durante l'Esposizione Nazionale di Brera del 1879, viene notato dalla critica milanese, incontra il pittore ungherese Vittore Grubicy, che ne intuisce il talento e col quale instaura un rapporto d'amicizia. Nel 1880 si sposa e si trasferisce con la moglie a Pusiano in Brianza, dove dipinge con il sostegno finanziario di Vittore Grubicy che con il fratello si occupa del mercato dell'arte.
Per alcuni anni Giovanni vive in Brianza, spostandosi alla ricerca di nuovi paesaggi che riprende con Emilio Longoni, stipendiato come lui dai Grubicy, con la cui organizzazione sottoscrive, nel 1883, un contratto esclusivo. Nelle opere del periodo brianzolo i soggetti preferiti di Segantini riguardano la vita agreste, il lavoro nei campi, il pascolo, la tosatura e la filatura, nello sforzo artistico di liberarsi dell'impostazione accademica per trovare uno stile personale. All'Esposizione Internazionale di Amsterdam gli viene assegnata la medaglia doro per la prima versione del dipinto "Ave Maria a trasbordo" e, nell'autunno del 1885, inizia quello che rimarrà forse il suo quadro più conosciuto, "Alla stanga".

Nel 1886 Giovanni Segantini si stabilisce a Savognino nel Canton Grigioni con la famiglia che è cresciuta (4 figli). Spinto dal gallerista Grubicy, inizia il progressivo avvicinamento alla tecnica divisionista, prima con alcune sperimentazioni ed in seguito con un'adesione totale, affinando, nello stesso tempo i suoi interessi culturali collaborando anche a riviste d'arte. I fratelli Grubicy promuovono i suoi lavori e accrescono la sua fama per mezzo di una intelligente attività promozionale. Dal 1889 Giovanni Segantini si avvicina al "Simbolismo" e le sue opere hanno per oggetto vere e proprie allegorie, sempre più legate agli esempi nordici. Ammiratore dei divisionisti francesi, applica in modo originale questa tecnica ai suoi dipinti, che assumono la caratteristica luminosità cristallina.

Il divisionismo che nasce ufficialmente nel 1891, quando le prime opere divisioniste vengono esposte alla Triennale di Brera, è una particolare tecnica, che consiste nell'accostare i colori puri e applicarli sulla tela a piccoli tratti. Segantini ottiene vari riconoscimenti sia in campo nazionale che internazionale e matura anche un proprio orientamento simbolista ma, assillato dai debiti, nel 1894 abbandona Savognino e si stabilisce in Engadina al Passo Maloja. La vita in questi luoghi incontaminati e solitari, intensifica l'innato misticismo di Segantini. In molti suoi dipinti degli anni '90, appare evidente il Simbolismo che alla fine del secolo si affermerà in Europa aprendo le porte all'Art Nouveau del nuovo secolo.
Invitato a collaborare alla realizzazione del padiglione dell'Esposizione Universale di Parigi del 1900, Giovanni Segantini prepara il "Trittico della Natura". Proprio per completare quest'opera il 18 settembre del 1899 l'artista sale ai 2.700 metri dello Schafberg, ma, colpito da un violento attacco di peritonite, Giovanni Segantini muore il 28 settembre 1899.

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Antica roma in 3D
Basilica di san Nicola, Bari
Pittura ad alta definizione
Piero della Francesca: Leggenda della Vera Croce, Arezzo, chiesa di S. Francesco
A queste aggiungo un sito che finalmente è stato realizzato come ogni sito d'arte dovrebbe essere fatto.
Jan Vermeer di Delft
Spero in questo modo di compensare al tempo che non ho potuto dedicare in classe per far conoscere questo gigante della pittura olandese del '600.

Dateci un'occhiata!