lunedì 17 gennaio 2011

Gerolamo Induno: L’imbarco a Quarto del Generale Giuseppe Garibaldi


1860, Olio su tela, 106x146, Milano, Museo del Risorgimento

Solo a pochi mesi di distanza dal 6 giugno del 1860, data che vide la partenza dei Mille da Quarto e che diede avvio alla gloriosa campagna di Garibaldi nel sud d’Italia, Gerolamo Induno, attento cronista e allo stesso tempo interprete nostalgico della storia contemporanea, celebrava quegli stessi fatti, peraltro non ancora conclusi, all’autunnale rassegna braidense, con questa grande tela commissionatagli da Pietro Gonzales. Imprenditore lombardo attivo nel settore delle costruzioni di strade ferrate, Gonzales incrementò notevolmente la sua attività e, conseguentemente, i suoi straordinari capitali dopo l’Unità, tanto da diventare uno tra gli esponenti più ricchi dell’imprenditoria italiana. Appassionato collezionista, aveva destinato la tela di Induno alla sua villa di Tavernola sul lago di Como, villa Claudina, in seguito acquistata dalla famiglia Bocconi. Non stupisce dunque che la scelta del committente si fosse orientata su questo soggetto, ispirato a uno dei fatti salienti della conquista di quell’Unità di Italia che tanto aveva giovato alla sua fortuna biografica; tanto meno che essa ricadesse su Gerolamo Induno, appassionato e ormai riconosciuto interprete dell’epopea risorgimentale, una filone a lui caro e di cui aveva ormai acquisito una sorta di specializzazione, tanto da divenirne il traduttore per eccellenza; una competenza derivante anche dall’aver vissuto quegli eventi in prima persona da combattente, in particolare la partenza dei Mille, che seguì in qualità di pittore ufficiale.
La composizione, il cui esplicito intento celebrativo è evidenziato anche dal formato di dimensioni ragguardevoli, riferisce, in un rendiconto d’insieme estremamente accurato e di singolare valore storico-documentario, di ogni singolo particolare dell’ampia e articolata scena della leggendaria spedizione. Il maggior risalto è dato ai due piroscafi, il Piemonte e il Lombardo, conquistati da Nino Bixio il giorno precedente a Genova, raggiunti dalle scialuppe cariche di volontari pronti all’imbarco, e, naturalmente, alla gloriosa figura di Garibaldi, che ieratico rivolge verso la riva un solenne gesto di saluto. Induco, tuttavia, non rinuncia nemmeno in questa che può essere considerata una delle rappresentazioni più esplicitamente celebrative, a quella poetica degli affetti più intimi a cui andava sempre più legando la sua produzione pittorica, alla ripercussione sul privato degli eventi storici, ripercorrendo, nostalgicamente, episodi della vita più intima e confidenziale dei singoli combattenti. Ciò lo spinse a indugiare con partecipata attenzione sulle patetiche scene di addio che si consumavano sulla riva, sui volti addolorati delle figure femminili, in un insieme senza dubbio più spontaneo e convincente rispetto al resto della composizione più rigida nell’impaginazione della scena e trattenuta nella resa dei personaggi.
Come accade in altre composizioni di spirito analogo, Induno si preoccupò, forse anche eccessivamente, di permeare la composizione di solennità mediante il ricorso a una resa atmosferica estremamente suggestiva, in questo caso l’effetto di un tramonto ardente, accesissimo nei toni brillanti e nei vibratissimi tocchi di colore che l’artista declina tuttavia con fare disinvolto a una pittura tutta di genere, inaugurando così un filone destinato a riscuotere grande successo.
http://www.culturaitalia.it/pico/modules/galleryimage/it/galleryimage_0030.html
http://www.scuderiequirinale.it/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=252

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